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Londra: mappa dei crimini on line

Nel sito internet del "Metropolitan Police Service" di Londra è stata recentemente pubblicata una mappa "tematica", basata sui crimini commessi nella capitale britannica, consultabile digitando "http://maps.met.police.uk".
La cartina è suddivisa per aree colorate, che evidenziano le percentuali di commissione dei reati contro il patrimonio, come il furto e la rapina.
Sapremo in tal modo, ad esempio, che la percentuale di furti in appartamento, furti d'auto e rapine nella zona di Westminster, colorata di rosso, è considerata alta (689 i crimini accertati nel mese di Luglio 2008, in aumento rispetto al mese di Giugno, in cui se ne erano registrati 622) mentre nel quartiere di "Kensington & Chelsea", colorato di giallo, il valore risulta medio (331 nel mese di Luglio, in diminuzione rispetto al mese precedente, che ne aveva registrati 344).
L'iniziativa del corpo di polizia londinese, particolarmente interessante, ha come obiettivo la riduzione del numero di reati. 
Certamente un lavoro di questo tipo non dissuaderà gli autori dei reati e i malviventi, quindi non avrà una finalità direttamente repressiva; ma non si può nemmeno dire che esso serva solamente a fini meramente statistici.
Fornendo dati concreti, credo che il "crime mapping" possa alzare i livelli di attenzione e di prevenzione del crimine per coloro che si trovano in una zona potenzialmente "a rischio" (ad esempio, evitare il parcheggio dell'auto, installare un sistema antifurto nella propria casa).
Si tratta quindi di uno strumento che lavora sul piano della "sicurezza rappresentata", non solo di particolare aiuto per i cittadini, ma anche per i turisti che, non conoscendo alla perfezione il tessuto sociale e le aree più pericolose della capitale inglese, potranno così essere preventivamente informati.
Spero inoltre che il "crime mapping" possa essere ulteriormente potenziato con l'inserimento di dati statistici su aggressioni, omicidi, spaccio di stupefacenti, etc.
Per quanto riguarda una possibile applicazione nelle città italiane, non sembrano esserci "controindicazioni" ad una sua esportazione, salvo fare attenzione al fatto che in Italia molti reati non vengono nemmeno denunciati e questo potrebbe falsare i reali indici di criminalità.