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La prevenzione del crimine

Il modello degli hot spots e del crime mapping - una prospettiva di collaborazione tra Forze di polizia dello Stato, Polizia Locale, Istituzioni e cittadini

Le innovazioni nel campo della ricerca criminologica, se applicate alla prevenzione ed al contrasto della criminalità, hanno la possibilità di contribuire a migliorare l'efficacia e l'efficienza delle attività di polizia. Recenti ricerche, condotte soprattutto da studiosi anglosassoni e statunitensi, hanno evidenziato che pochi luoghi producono la grande maggioranza dei reati. Pertanto, per condurre un'analisi di prevenzione del crimine accurata, sarà necessario monitorare i "luoghi", intervenendo poi concretamente su questi, al fine di ridurre le "opportunità criminali". E' necessario evidenziare infatti gli spazi ove si formano talei opportunità e anticipare il reato, evitando che venga commesso.
Da queste premesse si sviluppa il concetto di hot spot, che si può definire come un luogo caratterizzato da una concentrazione anomala ed elevata di reati di diverso tipo, variabile nel tempo e nello spazio.
Gli hot spots si formano perchè alcune peculiarità ambientali e sociali, caratterizzanti un luogo hot spot, generano opportunità criminali: è' fondamentale capire queste caratteristiche e conoscere perchè e quali opportunità criminali producono questi luoghi.
L'analisi della distribuzione dei reati sul territorio e della loro relazione con gli elementi di contesto permette di identificare le cause delle opportunità criminali e fornire indicazioni di policies da attuare concretamente.
Lo studio degli hot spot dovrebbe strutturarsi come il prodotto di un'analisi accurata delle situazioni di reato e di disagio sociale ravvisate dagli operatori delle forze di polizia, siano essi appartenenti ad amministrazioni statali o ad enti locali, rapportata nel meccanismo informatico noto come crime mapping.
il sistema hot spot permetterebbe di razionalizzare gli interventi di polizia e le politiche delle amministrazioni locali, basandosi sull'analisi preventiva delle concentrazioni criminali.
A tale obiettivo pervenne, negli anni '90, il sistema COMPSTAT, realizzato dal Dipartimento di polizia di New York City.
Questo sistema, che è l'acronimo di Computer Statistics, si basa su un software, che permette di analizzare la criminalità attraverso una visione estesa al contesto urbano e sociale. Ciò ha permesso di concentrare le risorse di polizia verso gli hot spot criminali individuati nel tempo e nello spazio, con lusinghieri risultati in termini di riduzione del numero di reati commessi.
Alcuni studiosi rilevano altresì che sia necessario integrare i dati e le conoscenze delle forze di polizia con la collaborazione dei cittadini, i quali dovrebbero farsi portavoce di fenomeni di disagio o di disordine urbano.
A tal proposito in Inghilterra è stato attivato il progetto "Community Alert", attivo dal 2005 (www.communityalert.org.uk). Il sistema si basa sulla segnalazione di interventi che, pur non avendo il carattere dell'urgenza, sono comunque classificabili come anti-sociali o come fenomeni di disordine.

Per approfondire il tema segnalo il sito internet di Transcrime, Centro interuniversitario sulla criminalità transnazionale e, in particolare la relazione del Prof. Savona: "Percorsi tecnologici, organizzativi e formativi per lo sviluppo della cooperazione tra polizie e cittadini".